Gianni Depaoli
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DOTT. SABRINA FALZONE - CRITICO DI STORIA DELL' ARTE- ROMA.
Viscose colate resinose sgorgano dal supporto pittorico delle opere d’arte realizzate dall’innovativo Gianni Depaoli, impavido artista piemontese che sfida le certezze tecnico-esecutive per inoltrarsi verso un inconsueto campo sperimentale senza tempo, senza paradigmi. Il solo gesto si posa leziosamente sulla tela, assorbendo l’energia del presente e proiettando i propri flussi, a base di resina, sul seggio di ipotesi astratte e illusorie.

Su un letto fulvo la materia si contrae in diramazioni sanguigne e si dilata in espansioni fluide, sobrie e sensuali. Il dipinto intitolato "Energia d’amore" svela l’idealismo di un mondo puro agli sguardi di chi sa ancora guardare al di là del visibile. Materiali di reitero, frapposti tra loro, divengono strumenti intermediari della comunicazione artistica; essi svelano il dissenso e la rabbia dell’autore, oltre al getto di protesta che Depaoli porta avanti con accorata dedizione.

Con le loro tipiche proprietà plastiche le resine impiegate, combinate ad altri materiali, quali il nylon e talune corpose spatolate, catturano l’attenzione dello spettatore, scivolando languidamente sulla superficie pittorica, come se a naufragare sulle sponde del possibile fossero i meri pensieri umani.

Nella ricerca espressiva di Gianni Depaoli la commistione di sostanze eterogenee, dall’acrilico alle resine, non crea soltanto un ricco gioco visivo di lirismi materici, ma genera anche un sottile, eppur vigoroso, dinamismo segnico che ci mostra un elogio al movimento cromatico. Con Depaoli la materia è viva, si svela e racconta con appassionata gestualità un universo di emozioni e sentimenti, un’infinità di stati d’animo.

In sensazioni monocrome riverbera l’azione sottesa alla volontà, mentre in un crescendo di danze materiche la difesa delle risorse naturali emerge con estrema sensibilità e coscienza. E’ in scena la realtà vista attraverso gli occhi di chi non condivide il mutato rapporto tra l’uomo e la natura, un rapporto che oggi si orienta ad un comportamento umano in tendenziale regresso etico-sociale. Il colore rosso attesta tale inclinazione contemporanea, nel sussulto di cedevoli trasparenze.
Dott. Sabrina Falzone
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