Gianni Depaoli
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INTERVISTA GALLERIE ORLER

Gianni Depaoli è un'artista autodidatta che concentra la sua ricerca sull'uso dei materiali. Le opere appaiono così scultoree, ricche di materiale organico, capace di rendere le tele vive agli occhi dello spettatore. La poetica di Gianni Depaoli si rifà direttamente alla vita dell'uomo, raccogliendo materiali e presentandoli ai suoi occhi sotto nuove forme estetiche e rinnovati significati. Forme che rimandano a mondi passati, a immagini primordiali, come i primi disegni che l'uomo creava all'interno delle caverne. È così un'arte ricca di significati e rimandi alla vita dell'uomo, al suo passato e al suo presente. All'uso dinamico e prorompente del materiale, l'artista unisce un disegno stilizzato, semplice e lineare. È così un'arte minimale fatta di segni e materia, un'arte primitiva e allo stesso tempo estremamente contemporanea, legata la mondo che circonda lo spettatore.

Osservando le sue opere lo spettatore viene catturato dall'energia della materia che costruisce la tela e viene proiettato in mondi passati, fatti di significati profondi ed essenziali. È così un'arte non solo estetica, fatta di sintesi del segno e del colore ma anche un'arte intima e riflessiva. 

 

1 Lei è un artista autodidatta, come si è avvicinato all'arte?

Ho sempre avuto la passione per l’arte e ho sempre cercato di esprimere quel che provavo non con le parole ma con delle creazioni, sia esplicite che concettuali. 

Da piccolo mio padre mi insegnava a disegnare, ho poi continuato per passione per molti anni a sperimentare tutti i materiali possibili in privato. La prima mostra ufficiale fu al Museo di Scienze Naturali Caffi di Bergamo. Il titolo era Mare Nero, la data 2007 trattava i temi dell’ inquinamento da idrocarburi. Ora le mie “Constatazioni”- così le chiamo e non denunce, in quanto situazioni da sempre sotto gli occhi di tutti - sono esposte in molti musei e luoghi pubblici.
 

2 Quali sono gli artisti a cui si ispira?

Ispirazione dai grandi maestri dell’arte l’ho assorbita da Alberto Burri che, utilizzando materiali apparentemente inutili, testimoniava il suo disagio rappresentando i patimenti dei soldati in guerra. Da parte mia, utilizzando materiale organico “scarti di pesce” destinato alla discarica,  dono nuova vita allo scarto organico che considero l’ anello di congiunzione ed il ricordo indelebile del prodotto che ha nutrito l’ Essere Umano. “Dall’edibile che nutre il corpo, all’arte che nutre lo spirito”. 

Un’altra analogia può essere il metodo di conservazione degli elementi: come Damien Hirst tratta gli organici con formalina, io tratto il pesce con una soluzione di mia creazione, che ne conserva addirittura i colori naturali. Penso poi alla cristallizzazione delle opere... a Pierre Fernandez Arman che bloccava gli elementi con colate di resina trasparente.

 

3 La sua arte è prima di tutto uso della materia, come sperimenta i materiali?

Ho sperimentato durante il mio percorso artistico ogni tipo di materiale con modi tradizionali ( acrilici, ruggine, muffe, smog, resine, legno…), poi però ho pensato che fosse troppo banale continuare ed ho riflettuto su quale fosse realmente il materiale a cui sono legato, il materiale che ho sempre…avuto a disposizione, come fu per A. Burri sacchi, plastiche e terra. Questa riflessione mi ha portato a dedurre l’ unica risposta possibile e sicuramente la più complicata: il pesce!

Faccio parte della quarta generazione nel settore ittico, ho iniziato a manipolare gli scarti di questo fantastico elemento perché lui stesso con le sue colorazioni, escrescenze, sinuosità esprimesse delle forme d’ arte al fine di nobilitarlo.

La sperimentazione, progettazione e definizione di questo materiale organico è molto complicata, inizia dal recupero del materiale, alla conservazione delle parti grezze, al trattamento in immersione e a temperatura controllata per circa 1 mese nella la soluzione che  lo conserverà e manterrà i colori naturali, alla lavorazione con bisturi e aghi di acciaio, fino alla stesura definitiva del metacrilato liquido che ingloberà e proteggerà l’ opera da agenti esterni.

 

4 Le sue opere rimando al passato, a un'arte primitiva, cosa le lega a questi mondi lontani?

Le mie opere sono state definite da alcuni critici delle reliquie, io  le definisco Fossili Contemporanei perché in futuro testimonieranno, come ora succede per i fossili preistorici, le bellezze naturali delle quali ora non ci accorgiamo e che probabilmente non esisteranno più o saranno irrimediabilmente modificate.

 

5 Nel Novecento molti artisti riprendono l'arte primitiva, come Picasso, si è rifatto anche a loro in questi lavori?

No, non ci ho mai pensato, le forme nascono successivamente ad una idea fulminea, scaturite da un’ immagine, un incontro, un’ esperienza che però scatena in me la voglia irrefrenabile di realizzarla nel più breve tempo possibile. Non c’è una progettazione vera e propria delle opere, c’è un progetto che probabilmente prevedrà una serie di opere, che anch’ io conoscerò solo alla fine.

 

6 Il segno è stilizzato e la materia è dinamica, come unisce disegno e materia?

Una mia caratteristica è quella di non prevedere a priori delle forme con basi disegnate, la dinamicità della materia lavorata ancora fresca, mi permette di lasciare andare gli strumenti sul supporto senza pensare a cosa succederà, di solito le forme iconiche, i visi celati, le escrescenze, gli strappi…si manifestano da soli, donando sempre immensa sorpresa. Ogni volta è un mondo nuovo, come la vita, altre volte la mia mente si perde lasciando che la manipolazione istintiva guidi al risultato.

 

7 Queste opere però hanno anche un forte legame con la società di oggi… Quello che più mi colpisce è che il passato primitivo si unisce al reale contemporaneo… 

Sono convinto che la società sia l’ evoluzione di se stessa. Gli odi, le guerre, le epidemie, le violenze, tradimenti e qualsiasi altro sentimento o pratica non consona esistono dalla notte dei tempi. Si evolvono e continuano a tracciare lo stesso sentiero, invece che lastricato sarà asfaltato ma il sentiero è lo stesso. Caino e Abele, Romolo e Remo, Gesù e Giuda…. e oggi? Indifferenza verso le persone, verso l’ ambiente ci sforziamo di dire che ci vogliamo tutti bene e poi ci accorgiamo che tutto è legato all’ individualismo, dai Continenti agli Stati alle Regioni alle Città…fino ad arrivare alle dispute condominiali e famigliari. E’ quindi facile per un artista legare fatti di oggi con quelli del passato.

 

8 Oltre al segno stilizzato anche il colore è essenziale, ridotto a pochi toni… 

Si. All’ inizio utilizzavo varie tipologie di scarti di pesce,  mi sono focalizzato però da qualche anno sui Cefalopodi per la loro trasparenza e nuance e tramite una tecnica che ho progettato ora i colori e la consistenza fisica rimangono inalterati, interessante anche l’ utilizzo dell’ inchiostro dei Cefalopodi trattato con lo stesso procedimento della cute rimane fluidissimo. Ricordo che ho collaborato anche per molti anni come consulente alimentare nel comparto ittico e nelle sperimentazioni con Musei di Scienze Naturali e Acquari Civici. Lo studio che mi ha portato a questa nuova tecnica mi ha dato la possibilità di “manipolare” i cromatofori, modulando quindi l’ intensità dei colori naturali della cute. Tornando quindi al colore le tonalità sono i rossi e i neri che o degradano o si arricchiscono.
 

9 Quale opera, presente nel nostro sito, meglio racconta la sua poetica? Ce la racconti… 

L’opera “Indifferenza”. Un’ opera che è antagonista a “Le jardin des caresses” prodotta qualche anno prima e che ricevette molti apprezzamenti e due premi: il primo a Montecarlo ed il secondo alla Biennale Di Asolo dove venne acquistata. La prima parlava di amore, quella attuale parla invece della solitudine ed indifferenza nelle quali vivono le persone in questi anni. L’ opera “Indifferenza” è stata scelta per essere abbinata ai vincitori delle categorie di film del 17° Montecarlo Film Festival, che si svolgerà ad ottobre 2020 al Grimaldi  Forum di Monaco.
 

10 Realizza anche opere su misura?

Certamente si, è interessante poter realizzare un’ opera richiesta, le site specific mi piacciono molto.

 

11 Come ambienterebbe le sue opere all'interno di una casa?

Dal momento che mi occupo anche di seguire e a volte fare l’ allestimento dell’ opera, posso dire che le mie sono fruibili in diversi modi.

Possono essere appese a parete oppure può essere creata una struttura con piedistallo in acciaio per il posizionamento  ad appoggio, naturalmente se l’ opera è su richiesta è meglio perché si può progettare con le caratteristiche richieste dal collezionista.

 

12 Le sue opere sono accessibili, ha un certo target di collezionisti?

Si il collezionista che acquista le mie opere è alla ricerca di realizzazioni che abbiano delle particolarità non comuni, vuole qualcosa di esclusivo sia per materiali che per tecnica di realizzazione. Viene apprezzato anche molto il  fatto che vengano trattati temi di carattere sociale e ambientale, apprezzano anche molto l’ ecletticità che mi caratterizza nel non fermarsi mai al risultato ottenuto ma continuare a sperimentare e scoprire nuovi elementi naturali, mai utilizzati da alcun artista.

 

13 Realizza o ha realizzato anche altri cicli?

Si, come dicevo nella precedente domanda, ho avuto dei periodi che mi hanno portato ad apprezzare materiali come resine pigmentate per installazioni che riguardavano l’ inquinamento ambientale, il 

colore predominante era il nero, poi è stata la volta del rosso sperimentato per la prima volta per la mostra Rossomare alla Galleria di Arte Moderna di Genova Nervi, dove denunciavo le mattanze dei delfini, foche, tonni negli Oceani. Le mie mostre sono state sostenute e patrocinate da Fondazioni, Enti, Associazioni come Lega Ambiente, GreenPeace, Acquario di Milano. Dal 2014 nasce in me la voglia di celebrare gli abitanti dei nostri Oceani ed ecco che la sperimentazione si sposta sul materiale organico, lo scarto dell’ edibile che ci ha nutrito. Il periodo è chiamato Teuthoidea (nome scientifico dell’ Ordine dei Cefalopodi) questo periodo determinerà il successivo che indaga le profonde radici dell’ inconscio “Abissi”, da quel momento il colore predominante sarà il rosso per la scelta di usare esclusivamente pelle di Cefalopodi.

 

14 Quali mostre ha fatto in questi anni?

Le mostre che hanno caratterizzato il mio percorso artistico sono state: Mare Nero Museo di Bergamo, Allarme Ambiente Museo di Scienze Genova, Museo A come Ambiente Torino, Museo Garda Ivrea, Museo La Specola Firenze, Museo Tecnologicamente Ivrea, Museo Acquario Messina, AAM Spazio 24 Milano, Casa Ernesto Francotto Busca , Acquario civico di Milano, Verso il Quinto mondo Paratissima Torino, Oceaniche Alchimie Biennale Italia -Cina Torino, 54° Biennale Internazionale d’ Arte della Biennale di Venezia, Galleria d’Arte Moderna di Genova Nervi per la personale “Rossomare”, Ambasciata Italiana a Montecarlo  “Prede e Predatori” sul catalogo dell’ Ambasciata , GemLucArt di Montecarlo per i progetti annuali sulla Ricerca Sul Cancro,  progetto “EkoVespa Project” in permanenza al Museo Piaggio di Pontedera, Mauto di Torino con “Eko500Project” in occasione del 60° anno della Fiat 500, al Macist di Biella in occasione 70° anno della Vespa, a Paratissima Milano, Bologna e Torino con i progetti N.I.C.E., Biennale Internazionale di Asolo, Biennale Internazionale di Salerno, GemLucArt di Montecarlo, personale a Montreaux, Installazione “Oceani 2.0”al Parco Museo di Portofino.

 

15 Quali sono i suoi progetti espositivi futuri?

Progetti ne ho diversi che sono stati rallentati, modificati o posticipati causa la pandemia da Covid19. Ho un progetto pronto sulla situazione attuale ambientale e sociale che prevede installazioni anche interattive con il pubblico, icone e sculture. I progetti per ora già partiti o confermati sono: Donazione di  un’ opera al Museo MACIST per la Ricerca, mostra virtuale #domani in arte alla GAM di Roma, Triennale di Roma, Biennale di Monaco, 17° Montecarlo Film Festival, Crac Paratissima progetto N.IC.E. 
 

16 Invece, rispetto alla sua ricerca artistica, ha nuovi progetti o sperimentazioni?

Dal 2020 in seguito a vicende subìte, torno a trattare con molta più forza e rabbia i temi che mi sono stati cari  fin dagli esordi:  i comportamenti scellerati dell’ uomo ed il conseguente deterioramento ambientale e sociale, rappresentando nelle mie opere soprattutto le conseguenze fisiche sull’ uomo e l’ impegno per la Ricerca. Nella mia incessante ricerca di materiali organici marini che trasmettano dei messaggi forti ha scoperto nel 2020 “le schiuse di ovature” affascinanti agglomerati che evocano il senso della Vita, ora fanno parte delle nuove opere.
 

17 L'esperienza che più ha segnato il suo percorso artistico?

Difficile stabilire quale, sicuramente la mostra personale alla Galleria di Arte Moderna di Genova Nervi “Rossomare” (2011), curata dalla direttrice Maria Flora Giubilei; fui interpellato viste le mostre che stavo facendo sulla denuncia sul  degrado ambientale e in quella occasione aggiunsi anche opere sulle mattanze negli Oceani, fu un vero successo, fui intervistato da tutte le testate  Liguri e da Rai 3 e l’Assessore alla Cultura Andre Ranieri inserì il suo saggio oltre che nel catalogo ufficiale della mostra, anche sul suo libro “da Genova per Genova”. Anche la Biennale di Venezia Padiglione Italia, l’ inserimento di EkoVespa nella collezione della Fondazione Piaggio di Pontedera, l’ inserimento nella collezione dell’ Ambasciata d’ Italia a Montecarlo e nel catalogo Ufficiale dell’ opera “prede e predatori” e molte altre.

 

18 Come vede il panorama dell'arte emergente?

Il panorama dell’ arte emergente è in continua evoluzione e molto fervente, ci sono molti artisti giovani e meno giovani che sperimentano e producono. Rispetto agli anni del mecenatismo e della filantropia, oggi prevale l’ immobilismo soprattutto dei galleristi che ripiegano, visto anche il lungo periodo di declino economico che stiamo vivendo, nei soliti noti, facili da vendere senza troppe alchimie manageriali. Apprezzo le organizzazioni come la vostra che invece cerca artisti con caratteristiche anche a volte non comuni e ne forgia la struttura mediatica dando modo al mondo dei collezionisti di conoscere ogni loro aspetto anche i più reconditi. 

 

19 Quali poche parole userebbe per definire la sua arte a un collezionista… 

La mia può considerarsi pittura materica concettuale caratterizzata principalmente dall’ utilizzo di materiale organico povero. La mia arte dinamica e cromaticamente gradevole, racchiude in se messaggi molto forti sui comportamenti quotidiani dell’ essere umano e determina profonde riflessioni. La ricerca della cristallizzazione dell’ elemento che fu vitale ne determina la crio-conservazione del ricordo. 

 

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